Sei andata via. Ti sei alzata da questo letto, mi hai
congedato con un fugace bacio e, prese le tue cose, ti sei voltata verso il
buio del fondo di questa mia stanza così bella stanotte. Ti sei rivestita con
dolcezza e, senza voltarti, sei svanita inghiottita dalla luce del corridoio
che ti ha scortata via da me.
Ed adesso questo letto è tornato ad essere troppo
grande, provo di nuovo quella sensazione di vuoto che mi ha pervaso per lunghe
ed interminabili notti, con l’aggravante questa volta. L’aggravante del
desiderio di te, della tua pelle bramata, sfiorata e poi graffiata.
Ora però insieme a me rimane il tuo profumo, quel sapore
di fresca rosa che mi hai lasciato addosso e tra le lenzuola. Posso sentire il
calore dei tuoi capelli sulle mie labbra mentre provano a proteggere il tuo
collo dal mio agguato, e i tuoi seni le cui forme sembrano scolpite da Dio in
persona che ha scelto te per manifestare la propria perfezione. Le linee
sinuose della tua schiena indicano la via alla mia mano che, quasi come per
magia, diventa piuma leggiadra che gode di ogni singolo centimetro della tua
pelle. Ogni tuo movimento in questa notte mi trasmette il piacere che provi,
ogni mio respiro è un caldo soffio su di te. Annuso ancora le lenzuola, ho
paura ad allontanarmi da questo letto: “e se non tornassi più? Se non potrò più
sentire il tuo profumo? Se la tua pelle non tornerà a provocare i miei sensi? Se
questo odor di rosa, svanendo, portasse via con sé ogni ricordo di questa folle
e stupenda notte?”
Voglio diventare questo profumo, voglio essere la tua
pelle, voglio vivere tra i tuoi capelli, voglio... voglio...
E mentre questi pensieri diventano grovigli
inestricabili di domande... la porta si apre...
la luce, impietosita dalla confusione della mia mente, mi riconsegna
lei, la mia ispirazione, il suo profumo, la sua pelle... mi si stende al fianco
e mi sussurra... “Mi sei mancato!”... mi abbraccia. “Ti ho sognata” rispondo...